mercoledì 29 settembre 2010

Un affare di donne

di Claude Chabrol

Une affaire de femmes, Francia 1988, drammatico, 108'. Con Isabelle Huppert, François Cluzet, Nils Tavernier, Marie Trintignant, Aurore Gauvin, Nicolas Foutrier.

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Locandina originale

Film come Un affare di donne andrebbero fatti vedere obbligatoriamente a tutti coloro che, ancora oggi, si oppongono all’aborto legalizzato, dimenticando che in un passato per niente remoto abortire per una donna significava rischiare la propria vita ed incappare in cinici sfruttatori. Claude Chabrol racconta qui una storia vera, quella di Marie, trentenne, madre di famiglia durante l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, che aiuta per solidarietà una sua vicina a liberarsi di un “fardello” non desiderato e da lì in poi inizia a praticare aborti clandestini per dare a sé e ai suoi bambini una vita migliore. Durante la guerra, infatti, le ragioni per abortire non mancano: i mariti sono prigionieri e le donne hanno relazioni fugaci con l’occupante. Quando il marito di Marie ritorna, lei ha per lui una vera e propria repulsa, si rifiuta di avere qualsiasi tipo di contatto fisico. Inizia ad avere un amante, ad affittare camere a prostitute, a prendere lezioni di canto (il suo sogno è diventare cantante), sarebbe disposta addirittura a pagare la cameriera per andare a letto col marito pur di fare contento anche lui. Che però la denuncia, roso dalla gelosia.

lunedì 27 settembre 2010

Mouchette – Tutta la vita in una notte

di Robert Bresson

Mouchette, Francia 1967, drammatico, 80', b/n. Con Nadine Nortier, Jean-Claude Guilbert, Marie Cardinal, Paul Hébert, Jean Vimenet, Marie Susini.

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Locandina originale

Alla quattordicenne Mouchette, la vita non ha niente di bello da offrire. Vive in una misera casa in un paese agricolo della Provenza con il padre ubriacone che la maltratta continuamente e la madre gravemente ammalata e deve prendersi cura del suo fratellino ancora in fasce. A scuola subisce i soprusi degli insegnanti e dei suoi compagni, cui reagisce incattivendosi con dispetti infantili. Una notte incontra un bracconiere epilettico che lei soccorre in una delle sue crisi, ma che in seguito la violenta. Tornata a casa, sua madre muore e gli abitanti del paesino si lasciano andare a biechi commenti sulla violenza da lei subita. Si vestirà di un vestito bianco e si getterà rotolando, quasi per gioco, nelle acque di un fiume. Robert Bresson è il regista della semplicità e dell’essenzialità; in ogni suo film non c’è mai niente di “superfluo”, tanto a livello contenutistico che formale. Per Mouchette si basa su un romanzo di Georges Bernanos e lo mette in scena con il suo consueto rigore stilistico, che non lascia spazio ad alcun tipo di compartecipazione emotiva. Senza musica — se si eccettua il Magnificat di Monteverdi — e riducendo al minimo indispensabile i dialoghi.

sabato 25 settembre 2010

Grazie per la cioccolata

di Claude Chabrol

Merci pour le chocolat, Francia 2000, thriller, 99'. Con Isabelle Huppert, Jacques Dutronc, Anna Mouglalis, Rodolphe Pauly, Brigitte Catillon, Michel Robin, Mathieu Simonet, Lydia Andrei, Véronique Alain, Isolde Barth.

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Locandina italiana

Come è ben noto, il tema prediletto di Claude Chabrol era il marcio che si nasconde dietro la facciata educata e perbene della famiglia borghese. In Grazie per la cioccolata lo affronta ancora una volta con le cadenze pacate di un thriller insolito, che non ha bisogno di inseguimenti, colpi di scena o morti violente per avvincere. O meglio, tutti questi elementi ci sono, ma quasi non si notano tanto sono nascosti dietro l’apparente cordialità degli ambienti che il film descrive; cordialità a cui il titolo, ovviamente, allude. Siamo in Svizzera, dove il famoso pianista André Polonski e la presidentessa dell’industria del cioccolato Mika Muller si sposano per la seconda volta: dopo aver divorziato da lei, infatti, il concertista aveva sposato Lisbeth, da cui aveva avuto un figlio, Guillame. La vita apparentemente normale della coppia viene sconvolta da Jeanne, un’aspirante pianista che ha appreso di essere stata scambiata, forse, al momento della nascita con Guillame. Con un sapiente utilizzo dell’ellissi narrativa e uno stile limpido e asciutto (a tratti forse anche troppo), Chabrol indaga inquadratura dopo inquadratura l’anatomia del crimine, coadiuvato da un cast eccellente, Isabelle Huppert in primis.

giovedì 23 settembre 2010

L’anno scorso a Marienbad

di Alain Resnais

L'année dernière à Marienbad, Francia 1961, drammatico, 94', b/n. Con Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig, Sacha Pitoëff.

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Locandina italiana

In tutta la storia del cinema, è difficile trovare un film più misterioso e labirintico di L’anno scorso a Marienbad. Nella lussuosa cornice di un grande albergo dell’Europa centrale, un uomo incontra una donna. Lui (Giorgio Albertazzi) dice di averla incontrata l’anno prima in una nota località termale, forse Marienbad. Lei (Delphine Seyrig) dice di non ricordare, o forse finge di non ricordare. La macchina da presa di Resnais indugia mobilissima lungo corridoi che si succedono ad infinitum ad altri corridoi, in sale silenziose abitate da personaggi spettrali, in giardini geometrici e adornati di misteriose statue secolari, su soffitti istoriati ed enormi lampadari. Esclusi i due protagonisti, gli altri personaggi sono praticamente annullati, non esistono o comunque hanno la stessa importanza di qualsiasi altro arredamento. A parte il marito di lei, un cadaverico Sacha Pitoëff (al quale, non a caso, Dario Argento affiderà vent’anni dopo il personaggio di Kazanian l’antiquario in Inferno). Quest’ultimo sfida continuamente l’uomo con un gioco che propone dapprima con le carte, poi con i fiammiferi; e vince sempre.

martedì 21 settembre 2010

Borotalco

di Carlo Verdone

Italia 1982, commedia, 107'. Con Carlo Verdone, Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Angelo Infanti, Enrico Papa, Roberta Manfredi, Mario Brega, Moana Pozzi.

❋❋½

Locandina

Carlo Verdone è decisamente più portato per il comico macchiettistico che per la commedia. Borotalco — che è il suo terzo film dopo Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone — ne è la dimostrazione. La trama è esile esile. Sergio Benvenuti è un giovanotto mite ed imbranato che trova lavoro come venditore porta a porta di enciclopedie musicali. Nadia è una sua bellissima e bravissima collega e fan scatenata di Lucio Dalla, da cui lui vorrebbe imparare come riuscire a vendere di più. Combina telefonicamente con lei un appuntamento in casa di un cliente, il carismatico “architetto” Manuel Fantoni. «L’abito fa il monaco» è la battuta-chiave del film, che però non è mai graffiante come vorrebbe nei confronti di una gioventù per la quale l’apparenza è tutto e l’essere nulla: una nuvola di borotalco, appunto. Da questo punto di vista, il film non è invecchiato per niente, mentre suonano oggi abbastanza datate — per fortuna — le battute sulla (presunta) omosessualità o bisessualità di famosi attori cinematografici.

lunedì 20 settembre 2010

Colazione da Tiffany

di Blake Edwards

Breakfast at Tiffany's, USA 1961, commedia, 115'. Con Audrey Hepburn, George Peppard, Patricia Neal, Buddy Ebsen, Martin Balsam, José Luis de Villalonga, John McGiver, Alan Reed, Mickey Rooney.

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Locandina italiana

Questo film non è certo il migliore di Blake Edwards, ma è diventato un vero e proprio classico soprattutto per l’interpretazione di Audrey Hepburn, eletta con il passare del tempo a simbolo di eleganza. All’inizio del film la vediamo mangiare cornetti e caffè davanti alle vetrine di Tiffany e poi camminare per la strada deserta: inquadrature che sono entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Holly è una giovane ragazza che per vivere fa la prostituta d’alto bordo e chiama le sue prestazioni “fare la toeletta”. In questo modo riesce a condurre una vita mondana fatta di frequentazioni dell’alta società. Paul è uno scrittore in crisi d’ispirazione che si fa mantenere da una matura signora benestante e che viene a vivere nello stesso palazzo di Holly. I due inevitabilmente si incontrano. Tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote, Colazione da Tiffany ha per protagonisti due personaggi disadattati e apparentemente avidi di denaro che sembrano aver rinunciato all’amore per puro istinto di sopravvivenza.

domenica 19 settembre 2010

Fratelli in erba

di Tim Blake Nelson

Leaves of Grass, USA 2009, commedia, 105'. Con Edward Norton, Keri Russell, Tim Blake Nelson, Susan Sarandon, Richard Dreyfuss, Lucy DeVito, Kent Jude Bernard, Amelia Campbell, Leo Fabian, Tina Parker, Ty Burrell, Pruitt Taylor Vince.

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Locandina italiana

Edward Norton è stato candidato all’Oscar per la sua interpretazione d’esordio in Schegge di paura, dove era un chierichetto con gravi sdoppiamenti di personalità che veniva accusato di omicidio. In Fight Club di David Fincher si è confrontato nuovamente con il tema del doppio, al fianco di Brad Pitt. Sulla carta, quindi, questo Fratelli in erba — il titolo affibbiatogli dai distributori italiani ovviamente sottolinea l’aspetto commedia, mentre quello originale cita la più famosa raccolta di poesie di Walt Whitman — poteva essere interessante. Norton interpreta infatti due fratelli gemelli, Bill e Brady Kincaid: il primo è un professore di filosofia alla Ivy League, il secondo invece vive ancora in Oklahoma, dove sono nati, e coltiva marijuana. Quando è costretto a tornare nella sua città natale, Bill si troverà coinvolto in un losco piano organizzato dal fratello per smascherare un importante trafficante di droga. La tecnologia odierna consente a Norton di essere spesso doppiamente presente sullo schermo; e i due personaggi da lui interpretati sono di carattere così opposto che ci si dimentica ben presto che è lo stesso attore ad interpretarli: tanto Bill è serio, colto, tranquillo, quanto Brady è burlone, ignorante e casinista.

venerdì 17 settembre 2010

Tutti insieme appassionatamente

di Robert Wise

The Sound of Music, USA 1965, musicale, 174'. Con Julie Andrews, Christopher Plummer, Eleanor Parker, Richard Haydn, Peggy Wood, Charmian Carr, Heather Menzies, Nicholas Hammond, Duane Chase, Angela Cartwright, Debbie Turner, Kym Karath.

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Locandina italiana

Questo musical di Robert Wise ebbe, all’epoca, un successo strepitoso: secondo una classifica del 2007 solo gli incassi di Via col vento e Guerre Stellari, rapportati al potere di acquisto attuale, hanno superato quelli di Tutti insieme appassionatamente. Anche se il film venne accusato da più parti, specie in Italia, di essere retorico e zuccheroso. L’inizio del film, con Julie Andrews immersa nel verde delle colline che canta The Sound of Music, è semplicemente incantevole e non a caso la canzone è stata citata da Baz Luhrmann in Moulin Rouge!. Siamo a Salisburgo, in Austria, alla fine degli anni Trenta. Maria è un’orfana allevata in un convento, è diventata novizia e sta studiando per diventare suora; le altre consorelle però hanno seri dubbi sulla reale vocazione della ragazza. Per metterla alla prova, la madre superiora decide di mandarla come istitutrice dei sette figli di un vedovo, già comandante della Marina Imperiale Austriaca, il Capitano Georg Ritter von Trapp. Sia i ragazzi che il loro padre inizialmente si mostrano ostili alla nuova arrivata, ma a poco a poco Maria saprà conquistarsi ben più della loro benevolenza.

giovedì 16 settembre 2010

L’amore buio

di Antonio Capuano

Italia 2010, drammatico, 110'. Con Irene de Angelis, Gabriele Agrio, Valeria Golino, Corso Salani, Luisa Ranieri, Anna Ammirati, Fabrizio Gifuni, Luigi Attrice, Loredana Simioli, Michele Scala.

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Locandina

Una ripresa aerea di Nisida — isola a sud di Napoli che ospita un carcere minorile — immersa nell’azzurro scintillante del mare riassume il senso dell’ultimo, straordinario film di Antonio Capuano. Come gli occhi del suo giovane coprotagonista, l’esordiente Gabriele Agrio: uno verde-blu, uno nocciola. Siamo a Napoli, dove alla fine di una domenica di sole, mare, tuffi e pizza (questa apertura potrebbe ricordare quasi quella di Lo specchio della vita di Douglas Sirk), quattro ragazzini stuprano Irene, anche lei adolescente. Uno di loro, Ciro, la mattina dopo è preso dai sensi di colpa e va a denunciare sé e gli altri. Sono condannati a due anni di reclusione da scontare nel carcere minorile di Nisida, appunto. Il regista partenopeo parte dal racconto di un ragazzo che, sul set di un suo film, gli aveva raccontato la sua incredibile storia: dopo aver stuprato una ragazzina, essersi autodenunciato ed essere finito in carcere, aveva iniziato a scriverle; e lei, dopo un po’, gli aveva risposto, intessendo lettera dopo lettera un rapporto che alla sua uscita dal carcere li avrebbe portati addirittura a sposarsi.

mercoledì 15 settembre 2010

La solitudine dei numeri primi

di Saverio Costanzo

Italia / Germania / Francia 2010, drammatico, 118'. Con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Arianna Nastro, Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Filippo Timi, Martina Albano, Tommaso Neri, Giorgia Pizzo.

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Locandina

Il titolo (bruttarello) del film — e del bestseller di Paolo Giordano da cui è tratto — allude a quei numeri primi speciali (ad esempio, l’11 e il 13) che i matematici chiamano “gemelli”, siccome differiscono tra loro di due sole unità che, fatta eccezione per il 2 e il 3, è la più piccola distanza possibile tra due primi. Alice e Mattia sono due ragazzi la cui vita è stata segnata in gioventù da fatti tragici. Lei è rimasta zoppa in un incidente sciistico, mentre lui si è reso responsabile della morte della sorellina autistica. Si conoscono al liceo, dove uniscono le loro solitudini di “diversi” e disadattati (ma la maggior parte dei ragazzini di oggi li definirebbe sfigati) in un’amicizia che nel corso degli anni evolverà forse in qualcosa di più. “C’era una volta il cinema italiano”, avrebbe dovuto intitolarsi questo film. Saverio Costanzo, alla sua terza prova, apre il film con una scena visionaria, un “teatro degli orrori” su musica inedita dei Goblin. E gli orrori — come mostrerà il film nel suo prosieguo — non sono certo mostri, streghe o vampiri, bensì famiglie, padri, madri, fratelli, compagni di scuola.

lunedì 13 settembre 2010

Somewhere

di Sofia Coppola

Somewhere, USA 2010, drammatico, 98'. Con Stephen Dorff, Elle Fanning, Benicio Del Toro, Laura Chiatti, Michelle Monaghan, Laura Ramsey, Robert Schwartzman, Jo Champa, Giorgia Surina, Simona Ventura, Nino Frassica, Maurizio Nichetti, Valeria Marini.

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Locandina originale

Ammetto di essere andato a vedere il film di Sofia Coppola dopo aver letto alcune recensioni negative, ed aver visto poi il film essere premiato a Venezia con il Leone d’oro. Ci sono andato un po’ per curiosità, per vedere chi aveva ragione. E a mio avviso non aveva ragione né chi diceva che Somewhere era un film brutto e noioso, né chi probabilmente lo ha ritenuto invece un capolavoro, per assegnargli il premio più ambito della kermesse veneziana. Nel film non succede praticamente (letteralmente anzi) niente. Johnny Marco è un famoso attore che soggiorna nel leggendario e lussuosissimo Hotel Chateau Marmont di Los Angeles, in cui perse la vita John Belushi in seguito ad un’overdose. Le sue giornate trascorrono tra lap dancer gemelle che si esibiscono appositamente per lui nella sua camera facendolo addormentare, giri a vuoto in macchina (come quelli che aprono il film), alcol, scopate a destra e a manca, ozio, ozio, ozio. Finché non arriva la figlia undicenne Cleo, che la madre gli affida per prendersi un periodo tutto per sé. Johnny la guarda distrattamente mentre pattina leggiadramente sul ghiaccio — ha i suoi “pensieri” per la testa — finché non la mette a fuoco.

domenica 12 settembre 2010

Atto di forza

di Paul Verhoeven

Total Recall, USA 1990, fantascienza, 113'. Con Arnold Schwarzenegger, Rachel Ticotin, Sharon Stone, Ronny Cox, Michael Ironside, Marshall Bell.

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Locandina italiana

Atto di forza è ispirato a un racconto breve di Philip K. Dick, così come Blade Runner era ispirato a un suo romanzo. E come nel capolavoro di Ridley Scott, anche nel film in questione i ricordi possono essere “impiantati” nella mente (in questo caso umana). Siamo infatti nel 2084, dove l’operaio edile Douglas Quaid è perseguitato nottetempo da visioni del pianeta Marte, e perciò decide di rivolgersi alla Recall, una compagnia specializzata in “turismo virtuale”, che consiste nell’impiantare nella mente del cliente vividi ricordi, seppur falsi, riguardanti un viaggio che può essere totalmente personalizzato. Quando si reca alla Recall, però, i tecnici si accorgono che qualcosa non va nella sua testa: Doug scopre di essere già stato davvero su Marte come agente segreto, e che la sua attuale vita — compreso il suo matrimonio — è solo una falsa memoria. Paul Verhoeven è un regista intelligente, che ha avuto la sfortuna di diventare famoso per un film mediocre (Basic Instinct); sicuramente, è votato più per i film d’azione che non per l’introspezione psicologica.

venerdì 10 settembre 2010

Le verità nascoste

di Robert Zemeckis

What Lies Beneath, USA 2000, thriller, 130'. Con Michelle Pfeiffer, Harrison Ford, Diana Scarwid, Joe Morton, James Remar, Miranda Otto, Amber Valletta, Katharine Towne.

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Locandina italiana

Claire e Norman (un nome che è tutto un programma, in un thriller…) sono felicemente sposati ed abitano in una villa sul lago, eredità del padre di lui, che hanno da poco finito di rimodernare. Ad un certo punto, Claire inizia ad avvertire strane presenze in casa: porte che si aprono da sole o che non si chiudono bene, fotografie che cadono senza che nessuno le tocchi, vasche che si riempiono fino all’orlo, di loro iniziativa, di acqua calda fumante. Claire inizia quindi a sospettare che il loro vicino di casa abbia ucciso la moglie, che un giorno lei ha visto piangere in giardino: ma questo è in realtà solo l’inizio. Zemeckis è un regista che ha spaziato nei generi più diversi, dalla fantascienza all’avventura, dalla commedia all’animazione. Qui si cimenta per la prima — e ad oggi, unica — volta con il thriller, prendendo dichiaratamente come modello il cinema di Hitchcock, più Psyco che non La finestra sul cortile, non tanto per la trama quanto per la deliberata volontà di spaventare lo spettatore: anche se le citazioni del maestro del brivido, in ogni caso, si sprecano.

martedì 7 settembre 2010

Il rifugio

di François Ozon

Le refuge , Francia 2009, drammatico, 88'. Con Isabelle Carré, Louis-Ronan Choisy, Pierre Louis-Calixte, Melvil Poupaud, Claire Vernet, Jean-Pierre Andréani, Marie Rivière, Nicolas Moreau, Emile Berling, Maurice Antoni.

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Locandina originale

Come nel precedente Ricky di Ozon, anche ne Il rifugio c’è un bambino. In questo caso, però, non è il centro della storia, anche perché verrà alla luce solo nel finale. Mousse e Louis sono due eroinomani. Lui muore di overdose all’inizio del film, e lascia lei sola e incinta. Nonostante i genitori di Louis le chiedano di abortire, Mousse si rifiuta di farlo e si ritira in solitudine in una villa in riva al mare, il rifugio del titolo. L’arrivo di Paul, fratello di Louis, turberà il suo già precario equilibrio. Ozon riprende un discorso sul lutto iniziato con Sotto la sabbia (a tutt’oggi, il suo capolavoro) e proseguito con Il tempo che resta (il cui protagonista era, non a caso, Melvil Poupaud, che qui interpreta Louis). Nella prima parte, riesce a combinare bene il racconto sottovoce di sentimenti e bisogni che non vengono mai esplicitati ma solo accennati, con il tema del rapporto uomo-natura: meravigliose in particolare le riprese del mare nella scena in cui Mousse incinta cammina sul bagnasciuga.

domenica 5 settembre 2010

Una proposta per dire sì

di Anand Tucker

Leap Year , USA / Irlanda 2010, commedia, 100'. Con Amy Adams, Matthew Goode, Adam Scott, John Lithgow.

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Locandina italiana

Secondo un’antica tradizione irlandese, il 29 febbraio è l’unico giorno in cui sia permesso a una donna fare la proposta di matrimonio, rompendo la convenzione per cui dev’essere per forza l’uomo a chiedere la mano. Dopo aver ricevuto in dono dal suo fidanzato Jeremy, un cardiologo, un paio di orecchini al posto del tanto atteso anello, Anna decide quindi di recarsi a Dublino per seguire la leggenda irlandese e quindi chiedere la mano di sua iniziativa. Ma per una serie di sfortunatissime coincidenze non riesce a raggiungere la destinazione, ed è costretta così ad accettare l’aiuto del burbero cuoco Declan. Il prosieguo è quanto di più prevedibile si possa immaginare, e potete intuire senza sforzarvi troppo che cosa scoccherà tra i due. La commediola sentimentale in questione, infatti, segue tutti gli stereotipi del genere: le schermaglie “affettuose” tra lei (oca ma candida) e lui (burbero ma affascinante); le difficoltà più inverosimili che i due devono affrontare per arrivare a Dublino; il lieto fine d’obbligo.

venerdì 3 settembre 2010

Il posto delle fragole

di Ingmar Bergman

Smultronstället, Svezia 1957, drammatico, 91', b/n. Con Victor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Jullan Kindahl, Folke Sundquist, Björn Bjelfvenstam, Naima Wifstrand, Gunnel Broström, Gertrud Fridh, Sif Ruud, Max von Sydow.

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Locandina italiana

Il capolavoro di Bergman (Orso d’oro al Festival di Berlino) avrebbe potuto intitolarsi, citando il bellissimo film di James Ivory, “Quel che resta del giorno”. L’anziano protagonista del film si chiama Isak Borg ed  è un medico che è stato insignito di un prestigioso premio accademico e deve dunque recarsi a Lund per ritirarlo. Iniziata la giornata con un incubo premonitore degno di Salvador Dalí, decide al risveglio di non prendere l’aereo e di affrontare il viaggio in macchina, in compagnia della nuora Marianne che si offre di fare il viaggio con lui. Lungo il tragitto, il vecchio professore rincontrerà i luoghi della sua infanzia (primo fra tutti, il posto delle fragole del titolo), farà diverse conoscenze, ed avrà modo di formulare un bilancio della sua vita. Che è fallimentare sotto diversi aspetti: per aver dato più importanza al lavoro e alla carriera che non ai sentimenti (la cugina Sara da lui tanto amata si era poi sposata con il fratello, mentre a lui era toccato un matrimonio infelice), per essere stato avaro ed egoista nei confronti del figlio (come lo accusa la nuora Marianne), per essersi rifugiato alla fine in un’amara solitudine ed aver perso la fiducia nel prossimo.