mercoledì 26 gennaio 2011

Blackout

di Abel Ferrara

The Blackout, USA 1997, drammatico, 98'. Con Matthew Modine, Béatrice Dalle, Dennis Hopper, Sarah Lassez, Claudia Schiffer, Steven Bauer, Nancy Ferrara.

❋❋❋½

Locandina italiana

Abel Ferrara indaga qui il senso di colpa muovendosi all’interno del mondo del cinema. Il protagonista di Blackout è Matty, un divo del cinema tormentato da dipendenze di natura diversa: c’è la dipendenza da Annie, e poi la dipendenza dall’alcool e dalla cocaina. Quando scopre che Annie ha abortito perché non vuole partorire il figlio di un tossicomane, Matty va su tutte le furie, tronca la relazione e diventa sempre più dipendente dalla droga. In un bar un giorno conosce un’altra Annie, una giovane cameriera, e la conduce ad una festa nel night-club dell'amico Mickey, regista di film porno. Un anno e mezzo dopo, a New York, Matty non beve più e non si droga, vive con Susan che lo ama. Finché non inizia ad essere perseguitato da strane immagini. Blackout è un film stilisticamente elegante (grazie alla fotografia di Ken Kelsch, che alterna momenti di candidi colori chiari a tetri scuri). È sensuale, di una sensualità che la raffinatezza formale insieme alle scene di nudo — che hanno causato al film in Italia un esagerato divieto ai minori di 18 anni — tenderebbe a stemperare ma che è ben alimentata dall’affiatamento degli attori (esemplare la scena del bacio iniziale tra Modine e la Dalle).

domenica 23 gennaio 2011

Hereafter

di Clint Eastwood

Hereafter , USA 2010, drammatico, 129'. Con Matt Damon, Cécile De France, Jay Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Richard Kind, Jenifer Lewis, Steve Schirripa, Lyndsey Marshal, Mylène Jampanoï, Marthe Keller.

❋❋

Locandina originale

A Clint Eastwood va riconosciuto il merito di aver tentato, con Hereafter, la strada di un cinema molto diverso da quello cui ci aveva abituati. La terrificante sequenza d’apertura — che ricostruisce il celebre tsunami del 2004 — potrebbe appartenere infatti ad un film di Roland Emmerich. Tuttavia, nonostante il suo angosciante incipit, Hereafter non è certo un film catastrofico (dal quale, come in Emmerich appunto, sarebbe lecito aspettarsi niente più che un infantile divertimento distruttivo). È, invece, un film molto più ambizioso, che mira ad indagare uno dei più grandi misteri della vita umana: che cosa ci aspetta dopo la sua conclusione? Lo fa (tenta di farlo) attraverso le storie di tre personaggi, le cui esperienze finiranno per intrecciarsi: George Lonegan è un operaio di San Francisco che può comunicare con i morti ma che vive le sue facoltà sensitive come una condanna che gli impedisce di vivere la propria vita; Marie è una giornalista di Parigi che è passata attraverso uno stato di pre-morte durante uno tsunami; Marcus è un bambino di Londra che, senza poter contare più sulla presenza rassicurante del fratello gemello, che è morto in un incidente stradale, né della madre, che è tossicodipendente, si ritrova completamente solo.

martedì 18 gennaio 2011

La ragazza con la pistola

di Mario Monicelli

Italia 1968, commedia, 102'. Con Monica Vitti, Stanley Baker, Carlo Giuffrè, Corin Redgrave, Anthony Booth, Aldo Puglisi, Tiberio Murgia, Dominic Allan, Deborah Stanford, Catherine Feller, Helen Downing, Janet Brandes, Natasha Harwood, Stefano Satta Flores.

❋❋❋½

Locandina

La ragazza con la pistola è un film simpatico. Non è certo tra i capolavori di Mario Monicelli, ma resta una commedia parecchio strampalata e, nonostante non riesca a reggere il ritmo iniziale fino alla fine, riuscita.  È un film che rientra senz’altro in quel famoso filone della commedia all’italiana che, tra la seconda metà degli anni Cinquanta e gli anni Settanta e al fianco del cinema d’autore, fece grande il cinema italiano. Anche se, complice forse l’ambientazione anglosassone, c’è qualcosa di un po’ hollywoodiano — alla Wilder o alla Edwards — in questa commedia. Che all’epoca, non a caso, venne candidata al premio Oscar come miglior film straniero e che si ricorda, non secondariamente, per aver lanciato definitivamente Monica Vitti come attrice brillante dopo essere stata la musa, non solo artistica, di Michelangelo Antonioni (che fu infatti il suo primo compagno). Assunta Patanè è una giovane siciliana che viene rapita per errore da Vincenzo Macaluso. Lei, che è segretamente innamorata di lui, si lascia sedurre e abbandonare. Il giorno dopo infatti lei si sveglia sola e scopre che l’uomo è fuggito nel Regno Unito per evitare le conseguenze del suo gesto. Assunta — che non ha padre né fratelli — è costretta a difendere il suo onore da sé e parte quindi per l’Oltremanica armata di pistola e decisa ad uccidere il suo seduttore.

mercoledì 12 gennaio 2011

Via da Las Vegas

di Mike Figgis

Leaving Las Vegas, USA 1995, drammatico, 111'. Con Nicolas Cage, Elisabeth Shue, Julian Sands, Richard Lewis, Valeria Golino, R. Lee Ermey, Laurie Metcalf, Mike Figgis, Ed Lauter, Julian Lennon, Bob Rafelson, Vincent Ward.

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Locandina italiana

L’amore è accettazione reciproca. Il film di Mike Figgis impiega quasi due ore per arrivare, didascalicamente, a questa non originale conclusione. In mezzo ci sono le piacevoli interpretazioni dei due protagonisti: quella (premiata con l’Oscar, addirittura) di un Nicolas Cage perennemente sbronzo dalla primissima inquadratura fino alla fine, e quella di una Elisabeth Shue che svende il suo corpo ma non la sua anima. Lui è Ben, un uomo che ha perso tutto, prima la famiglia e poi il suo lavoro di sceneggiatore. Lei è Sera, una prostituta dal cuore d’oro che Ben incontra nella sua folle fuga a Las Vegas, dove ha intenzione di autodistruggersi bevendo fino a morire. Le loro solitudini e disperazioni si incontrano e da questo incontro ha vita un amore profondo che non prevede alcuna via di cambiamento: nessuno dei due desidera che l’altro cambi per sé, ma riesce ad amarlo per quello che è. I due personaggi della sceneggiatura che Mike Figgis ha tratto dall’unico romanzo del suicida John O’Brien sono dei capolavori di stereotipia (lui ubriacone, lei puttana, ma “buoni”), così come tutta una serie di situazioni con le quali si cerca, in malo modo, di conferire un po’ di spessore a character senza passato e quindi altrimenti inconsistenti: ad esempio, la scena in cui Sera viene violentata dai tre ragazzini, oppure il bieco magnaccia interpretato dal sempre inespressivo Julian Sands.

mercoledì 5 gennaio 2011

Les parapluies de Cherbourg

di Jacques Demy

Les parapluies de Cherbourg, Francia / Germania 1964, musicale, 92'. Con Catherine Deneuve, Nino Castelnuovo, Anne Vernon, Marc Michel, Ellen Farner, Mireille Perrey.

❋❋❋❋½

Locandina originale

Les parapluies de Cherbourg è un film delizioso che si vede tutto d’un fiato. È un musical e allo stesso tempo un film sentimentale (più che mélo). È coloratissimo e vivace, anche se la storia che racconta è tutt’altro che allegra. È ingenuo e illusorio come un bacio Perugina nella prima parte, e pessimista e disilluso nell’ultima. È il primo vero successo di Catherine Deneuve, sublime nei panni della giovane Geneviève e che di lì a poco avrebbe recitato per Polanski (Repulsion) e per Buñuel (Bella di giorno). Il film è strutturato in tre parti: la partenza, l’assenza e il ritorno. Nel 1957 Geneviève, figlia di una venditrice di ombrelli, ama il meccanico Guy che però l’anno dopo parte soldato per l’Algeria. Nel frattempo lei è rimasta incinta di lui ma, non ricevendo sue notizie, decide di assecondare la madre che vuole che sposi il ricco Roland. Quando Guy ritorna, ferito, nel 1959, si sposa a sua volta ed apre una stazione di servizio. I due si incontrano per caso la vigilia di Natale del 1962, ma non sembrano avere molto da dirsi.