martedì 31 maggio 2011

La stanza del figlio

di Nanni Moretti

Italia / Francia 2001, drammatico, 99'. Con Nanni Moretti, Laura Morante, Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Claudia Della Seta, Sofia Vigliar, Renato Scarpa, Roberto Nobile, Paolo De Vita, Roberto De Francesco, Claudio Santamaria, Antonio Petrocelli, Lorenzo Alessandri, Alessandro Infusini, Silvia Bonucci, Marcello Bernacchini, Alessandro Ascoli, Stefano Abbati, Toni Bertorelli, Dario Cantarelli, Eleonora Danco, Emanuele Lo Nardo.

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Locandina

La stanza del figlio è — prima ancora di un film sul lutto e sulla sua elaborazione — un film sulla famiglia. La famiglia in questione è composta da Giovanni (uno psicanalista), dalla moglie Paola e dai due figli, Andrea ed Irene. La loro vita piena di armonia e tranquillità viene improvvisamente travolta nel momento in cui Andrea, durante una delle sue consuete immersioni da appassionato di subacquea, ha un incidente e, colto da embolia, muore. Si dice spesso che il cinema italiano d’oggi non sa parlare d’altro che di famiglie in crisi ed adolescenti, di quarantenni immaturi, di vacanze per minorati mentali. Lo dice Quentin Tarantino e, al di là di generalizzazioni più o meno contestabili, è difficile dargli torto. Lo dice Tarantino, che riguardo al regista di Bianca afferma: «Moretti fa le sue cose, è uno che porta energia vitale e respiro al cinema». Io non sono un fan di Tarantino né sono un fan particolarmente accanito di Moretti, specie dell’ultimissimo (Il Caimano e Habemus Papam). Ma La stanza del figlio, Palma d’oro a Cannes 2001, è a mio avviso un film bellissimo ed uno dei più riusciti del regista, nonostante sia da annoverarsi senza dubbio tra i meno “morettiani”: a differenza delle altre sue opere, questo film presenta infatti per la prima volta una solida struttura narrativa, tanto compiuta da potersi definire quasi infallibile (la bellissima sceneggiatura è firmata dal regista con Linda Ferri e Heidrun Schleef); inoltre, scompare il “personaggio” Moretti, nascostosi per anni ed anni sotto lo pseudonimo di Michele Apicella e messo in scena  finalmente in prima persona solo nei due film precedenti (Caro diario e Aprile).

mercoledì 25 maggio 2011

Aprile

di Nanni Moretti

Italia 1998, commedia, 78'. Con Nanni Moretti, Silvio Orlando, Silvia Nono, Pietro Moretti, Agata Apicella Moretti, Nuria Schoenberg, Silvia Bonucci, Quentin de Fouchecour, Renato De Maria, Claudio Francia, Jacopo Francia, Matilde Francia, Daniele Luchetti, Giovanna Nicolai, Nicola Piepoli, Corrado Stajano, Angelo Barbagallo, Marco Messeri, Andrea Molaioli.

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Locandina

Aprile inizia con il discorso di Emilio Fede al Tg4 per annunciare la vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 1994, e Moretti che dice: «La sera del 28 marzo del 1994, quando vinse la destra, per la prima volta in vita mia mi feci una canna». Dopo Caro diario, Moretti torna a  fondere vita politica e vita quotidiana. E lo fa, ancora una volta, con la forma episodica, molto libera, del diario. L’aprile del titolo è quello del 1996, un mese che porta due lieti eventi nella vita del regista: la nascita del figlio Pietro e, appena tre giorni dopo, la vittoria della sinistra (del centro-sinistra) alle elezioni politiche anticipate con la coalizione guidata da Prodi. Aprile è uno dei film più sereni e spensierati di Moretti. Solare, leggero, divertito, divertente. Qui il regista non vuole fare nessuna morale, né indagare in alcun modo la psicologia dei personaggi come in film quali Bianca o La stanza del figlio: vuole raccontarsi e raccontare il suo Paese, attraverso alcuni episodi come la manifestazione del 25 aprile sotto la pioggia contro il governo Berlusconi, le manifestazioni leghiste a Venezia e lo sbarco dei profughi albanesi in Puglia.

domenica 22 maggio 2011

La messa è finita

di Nanni Moretti

Italia 1985, drammatico, 94'. Con Nanni Moretti, Marco Messeri, Ferruccio De Ceresa, Enrica Maria Modugno, Dario Cantarelli, Giovanni Buttafava, Luisa De Santis, Pietro De Vico, Eugenio Masciari, Vincenzo Salemme, Roberto Vezzosi, Margarita Lozano, Luisanna Pandolfi, Manfredi Aliquo, Francesco Di Giacomo, Mauro Fabretti, Antonella Fattori, Inigo Lezzi, Luigi Moretti, Bianca Pesce, Carlina Torta, Mario Monaci Toschi, Mariella Valentini.

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Locandina

La messa è finita riprende e prosegue il discorso sulla ricerca della felicità e sulla coppia iniziato con Bianca. Don Giulio è un sacerdote che, dopo anni trascorsi in missione in un paesino lontano, fa ritorno a Roma, la sua città natale, dove gli viene assegnata una piccola parrocchia di periferia: deve sostituire un prete che ha rinunciato all’abito talare per metter su famiglia. Giulio è contento di poter riabbracciare i genitori e la sorella, e rivedere gli amici di un tempo. Tuttavia, ben presto si rende conto che ogni cosa è cambiata: il suo amico Saverio, deluso da una storia d’amore finita male, è divenuto paranoico ed è chiuso in casa; Cesare dichiara di voler avvicinarsi al cattolicesimo ma la sua sembra una decisione di convenienza e non dettata da vera fede; un altro amico, Andrea, ha un passato di terrorista ed è alle prese col processo; mentre Gianni vive la sua omosessualità non dichiarata. La situazione peggiore però è proprio all’interno della sua famiglia, dove il padre, ormai anziano, prende una cotta per una ragazza e lascia la moglie, che entra in una profonda depressione.

Bianca

di Nanni Moretti

Italia 1984, drammatico, 96'. Con Nanni Moretti, Laura Morante, Roberto Vezzosi, Remo Remotti, Claudio Bigagli, Enrica Maria Modugno, Vincenzo Salemme, Margherita Sestito, Dario Cantarelli, Virginie Alexandre, Matteo Fago, Giovanni Buttafava, Luigi Moretti, Giorgio Viterbo, Mario Monaci Toschi, Mauro Fabretti, Nicola Di Pinto, Gianfelice Imparato.

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Locandina

Bianca è la professoressa di francese interpretata da Laura Morante — alla sua seconda collaborazione col regista dopo Sogni d’oro — nel quarto film di Nanni Moretti. Quel nome femminile, che richiama alla mente un’immagine di candore e purezza assoluti, non è certo casuale. Il protagonista del film è Michele Apicella, alter ego del regista, qui professore di matematica che si stabilisce nella sua nuova casa romana facendo la conoscenza dei suoi vicini: una giovane coppia che è alle prese con i problemi di tutti  i giorni e un anziano signore amante delle donne e della bella vita. Michele vive da solo ed è pieno di fobie: igienista all’eccesso, perfezionista, osservatore quasi ossessivo della realtà e della gente che gli sta intorno, scrutatore della vita altrui che giudica persino dalle scarpe. Nelle ore libere Michele si dedica alla sua più grande passione, l’osservazione dei comportamenti dei propri amici, specialmente delle coppie: una sorta di ossessiva indagine di cui riporta i risultati su schede conservate in un archivio. Michele controlla la vita degli altri così come controlla il mondo intero, nel tentativo di riportarlo a quello che ritiene essere l’ordine corretto. Finché non incontra appunto Bianca...

mercoledì 11 maggio 2011

Il Signore del Male

di John Carpenter

John Carpenter’s Prince of Darkness, USA 1987, horror, 102'. Con Donald Pleasence, Jameson Parker, Victor Wong, Lisa Blount, Dennis Dun, Susan Blanchard, Anne Howard, Ann Yen, Ken Wright, Dirk Blocker, Jessie Lawrence Ferguson, Peter Jason, Robert Grasmere, Thom Bray, Joanna Merlin, Alice Cooper, Betty Ramey, Jessie Ferguson.

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Locandina originale

Il Signore del Male, ovvero quando John Carpenter era John Carpenter, e l’horror era (a sprazzi, e ancora per poco) l’horror. In questa ambiziosa pellicola del 1987 il regista mette in scena un vero e proprio horror religioso in cui si consuma l’infinito scontro tra Fede e Scienza. Siamo a Los Angeles dove, quando un vecchio prelato muore, un altro prete scopre, raccogliendone le confessioni in punto di morte, che egli costituiva in realtà l’ultimo adepto di una secolare setta cristiana — la Confraternita del Sonno — il cui compito era quello di custodire un gigantesco cilindro pieno di un liquido verdastro che si trova nei sotterranei di una chiesa. Il prete decide allora di rivolgersi al professor Howard Birack perché effettui delle indagini sul liquido. Questi si trasferisce pertanto nella chiesa con la sua équipe di giovani studenti (fisici, biologi e radiologi di ambo i sessi) per un week-end di studi ed esperimenti. A tener conto di quanto si legge in un antico libro trovato accanto al cilindro e parzialmente scritto in copto, tutto concerne il Maligno e la sua terribile forza, imprigionata all’interno di quel contenitore, collocato su di una specie di altare...

martedì 3 maggio 2011

Palombella rossa

di Nanni Moretti

Italia 1989, commedia, 89'. Con Nanni Moretti, Silvio Orlando, Mariella Valentini, Alfonso Santagata, Claudio Morganti, Asia Argento, Eugenio Masciari, Mario Patanè, Antonio Petrocelli, Remo Remotti, Fabio Traversa, Giovanni Buttafava, Gabriele Ceracchini, Luisanna Pandolfi, Imre Budavari, Mauro Maugeri, Marco Messeri, Daniele Luchetti, Carlo Mazzacurati, Raoul Ruiz.

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Locandina

Palombella rossa è un film riuscito nonostante tutti i suoi limiti. È un’opera autobiografica, con tutti i limiti delle opere autobiografiche, a partire dalla diffusa ma erronea convinzione per la quale le proprie ossessioni personali divengono automaticamente collettive nel momento in cui si fanno pellicola. È un film politico, con tutti i limiti di quei film che, scegliendo di parlare di politica (mezzi) anziché degli ideali (fini) che della politica dovrebbero costituire il vero e proprio cuore pulsante, si impegnano politicamente in modo forse fin troppo diretto. È addirittura un film sportivo, con la pallanuoto che può essere considerata di diritto la vera protagonista del film. Ecco, dall’accostamento di queste tre anime — autobiografica, politica e sportiva — nasce tuttavia un film così inconsueto da risultare a tratti quasi misterioso, e sicuramente unico e inimitabile. Michele Apicella è un funzionario del PCI che in seguito ad un incidente stradale si ritrova senza memoria. Il film si sviluppa intorno a una partita di pallanuoto (sport praticato sin da adolescente dal regista) in cui il protagonista cerca di ritrovare la memoria perduta attraverso un riaffiorare di ricordi confusi e ed una realtà che non riesce a comprendere o nella quale non si riconosce.