domenica 23 ottobre 2011

Melancholia

di Lars von Trier

Melancholia, Danimarca / Svezia / Francia / Germania 2011, drammatico, 136'. Con Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling, John Hurt, Alexander Skarsgård, Stellan Skarsgård, Brady Corbet, Udo Kier, James Cagnard, Jesper Christensen, Stefan Cronwall, Deborah Fronko, Cameron Spurr.

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Locandina italiana

Lars von Trier è un grande buffone, quando decide di fare il buffone. Inizio a buttarla lì, e mi prendo il tempo necessario per spiegare il perché. Dopo l’inguardabile Antichrist, ci siamo recati in sala fiduciosi che non sarebbe stato possibile far di peggio. E la buona notizia (si fa per dire) è che Melancholia in effetti è — rispetto ad Antichrist — un capolavoro, un’opera di grande cinema e di raffinatissimo gusto estetico. Ci sono punti all’attivo: alcune inquadrature (i tableaux vivants dell’incipit sulle note del wagneriano Tristano e Isotta, ma anche le corse a cavallo) sprigionano un’innegabile bellezza, così come alcune scene non possono lasciare indifferenti (la Gainsbourg che non riesce a respirare). E von Trier resta uno dei pochi a conservare, nel bene e nel male, uno stile unico e inimitabile. Più deludente semmai in questo caso il reparto attori, con un cast di tutto rispetto di cui però appare francamente ingiustificata la Palma d’oro a Cannes per l’insipida Kirsten Dunst, mentre l’ottima Gainsbourg si rifugia nel buon mestiere e la Rampling è vergognosamente sprecata; tutti gli altri funzionano, in proporzione alla (scarsa) importanza dei rispettivi personaggi.