giovedì 4 novembre 2010

Espiazione

di Joe Wright

Atonement, Gran Bretagna / Francia 2007, mélo, 123'. Con Keira Knightley, James McAvoy, Saoirse Ronan, Romola Garai, Vanessa Redgrave, Benedict Cumberbatch, Juno Temple, Patrick Kennedy.

❋❋❋½

Locandina italiana

La prima parte di Espiazione di Joe Wright è bellissima perché apparentemente non accade nulla. Anzi: non accade proprio nulla. Al di là delle immagini non v’è niente, tutto ha luogo nella fervida immaginazione di una ragazzina, come sottolinea la bellissima colonna sonora (premio Oscar) di Dario Marianelli, con il suo incessante battere di tasti sulla macchina da scrivere. Nella calda estate del 1935, in Inghilterra, la tredicenne Briony Tallis è testimone della relazione tra Cecilia, sua sorella maggiore, e Robbie, figlio di una serva. Briony, a causa della sua giovane età e della sua immaginazione, fraintende drammaticamente parole ed atti di Robbie, credendo che il ragazzo sia un maniaco sessuale e che cerchi di abusare della sorella. Joe Wright — qui al suo secondo film dopo il mediocre Orgoglio e pregiudizio — adatta il best-seller di Ian McEwan e conferisce al suo film una struttura tripartita fin troppo marcata: amore e gelosia, guerra e redenzione, espiazione. Nella prima parte è bravissimo a mettere in scena le diverse facce della verità attraverso la duplicazione dei punti di vista (quello di Briony da un lato e quello oggettivo dall’altro), spiazzando continuamente lo spettatore che, come in Blow up di Antonioni, è invitato a credere meno ciecamente a ciò che vede. Anche se, in realtà, in Espiazione non è l’immagine ad essere centrale, bensì l’immaginazione: proprio quell’immaginazione che è la vera essenza dell’arte e quindi della vita — senza la quale cioè non solo non può esistere arte, ma nemmeno una vita degna di questo nome — e che può distruggere le vite esattamente nello stesso modo in cui essa è in grado di alimentarle. La gelosia di un’adolescente può tramutarsi così in un’immaginazione che è davvero reale, tanto che ha un effetto molto tangibile sulla vita dei due giovani protagonisti del film. La seconda parte del film purtroppo è molto meno interessante, più convenzionale e retorica, e si propone di contrapporre all’amore la sua negazione più totale: l’orrore della guerra. Mentre l’ultima, brevissima parte, per fortuna ritorna sui livelli della prima e chiude il film magnificamente: la stessa immaginazione che ha negato l’amore a Cecilia e Robbie, è in grado di restituirlo completamente regalando loro un’altra esistenza nella quale possono godere finalmente di quella felicità che in vita è stata loro negata. C’è qualcosa di profondamente vero in questo negare per poi restituire, c’è qualcosa di agghiacciante in ciò che l’ormai anziana Briony (una grande Vanessa Redgrave) definisce “un atto finale di gentilezza”. Keira Knightley, bellissima e bravissima, è la vera sorpresa del film: la scena del vestito verde è già divenuta leggenda, ma sono la sua classe e la sua raffinatezza, come il suo volto da attrice d’altri tempi, a distinguerla nettamente da tutte le giovani colleghe della sua generazione. Il resto del cast non è da meno, con una menzione speciale per la piccola Saoirse Ronan, oltre alla già citata Redgrave. Un unico appunto sulla scelta di Romola Garai (che già avevamo visto in Angel di Ozon), che risulta vistosamente fuori parte e non regge il confronto con le altre due attrici che interpretano Briony.

Espiazione