domenica 22 maggio 2011

La messa è finita

di Nanni Moretti

Italia 1985, drammatico, 94'. Con Nanni Moretti, Marco Messeri, Ferruccio De Ceresa, Enrica Maria Modugno, Dario Cantarelli, Giovanni Buttafava, Luisa De Santis, Pietro De Vico, Eugenio Masciari, Vincenzo Salemme, Roberto Vezzosi, Margarita Lozano, Luisanna Pandolfi, Manfredi Aliquo, Francesco Di Giacomo, Mauro Fabretti, Antonella Fattori, Inigo Lezzi, Luigi Moretti, Bianca Pesce, Carlina Torta, Mario Monaci Toschi, Mariella Valentini.

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Locandina

La messa è finita riprende e prosegue il discorso sulla ricerca della felicità e sulla coppia iniziato con Bianca. Don Giulio è un sacerdote che, dopo anni trascorsi in missione in un paesino lontano, fa ritorno a Roma, la sua città natale, dove gli viene assegnata una piccola parrocchia di periferia: deve sostituire un prete che ha rinunciato all’abito talare per metter su famiglia. Giulio è contento di poter riabbracciare i genitori e la sorella, e rivedere gli amici di un tempo. Tuttavia, ben presto si rende conto che ogni cosa è cambiata: il suo amico Saverio, deluso da una storia d’amore finita male, è divenuto paranoico ed è chiuso in casa; Cesare dichiara di voler avvicinarsi al cattolicesimo ma la sua sembra una decisione di convenienza e non dettata da vera fede; un altro amico, Andrea, ha un passato di terrorista ed è alle prese col processo; mentre Gianni vive la sua omosessualità non dichiarata. La situazione peggiore però è proprio all’interno della sua famiglia, dove il padre, ormai anziano, prende una cotta per una ragazza e lascia la moglie, che entra in una profonda depressione. Come se non bastasse, la sorella Valentina gli comunica che ha intenzione di andarsene a vivere da sola e di abortire il figlio avuto con il fidanzato Simone, un giovane uomo immaturo e stravagante che ha come unico interesse il birdwatching sui monti. Dopo il moralista omicida di Bianca, Moretti si cala, quasi masochisticamente, in mondo nel quale la distinzione tra Bene e Male sembra essere venuta meno, in una società ormai divenuta completamente egoista e violenta (emblematica la scena in cui il prete, per il solo fatto di aver rivendicato un suo diritto, viene quasi annegato in una fontana da un uomo, così come quella in cui tenta di prendere le difese dell’amico omosessuale): interpretando il personaggio di un prete — ovvero colui che per eccellenza dovrebbe dividere il Bene dal Male — il suo moralismo è qui dato praticamente per scontato (ed anzi, addirittura richiesto dal ruolo). In questo caso però non solo tutti coloro che lo circondano sbagliano, peccano, pensano unicamente a se stessi: cercano anche aiuto e conforto in lui; o meglio, un’assoluzione che li metta in pace con la loro coscienza. Moretti mette in scena il proprio disagio e malessere nei confronti di questa società irresponsabile e priva di qualsiasi morale proprio attraverso l’insofferenza di don Giulio (che, anche se non si chiama più Apicella, ovviamente è sempre un alter ego di Moretti) di fronte alle richieste di ascolto, di comprensione, di assoluzione. Don Giulio ascolta la sorella mentre gli legge le lettere d’amore del padre, ed alza il volume della radio fino a coprire la sua voce. È una società sorda, che non riesce ad ascoltare altra voce che la propria e che quindi non merita di essere ascoltata né salvata. Don Giulio riparte, ammettendo la propria sconfitta e la propria impotenza: la messa è finita. Venticinque anni dopo Moretti girerà — con assai minor lucidità — una sorta di “La Chiesa è finita” con Habemus Papam. Orso d’argento a Berlino e prima collaborazione del regista con Nicola Piovani, che compone una colonna sonora dalle sonorità forti e decise che include un utilizzo molto anticonvenzionale di canzoni come Ritornerai di Bruno Lauzi e Sei bellissima di Loredana Berté.

La messa è finita