di John Cameron Mitchell
Rabbit Hole, USA 2010, drammatico, 91'. Con Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Dianne Wiest, Miles Teller, Tammy Blanchard, Sandra Oh, Giancarlo Esposito, Jon Tenney, Stephen Mailer, Mike Doyle, Roberta Wallach, Patricia Kalember, Ali Marsh, Yetta Gottesman, Colin Mitchell, Deidre Goodwin, Julie Lauren.
Becca e Howie Corbett sono felicemente sposati: una delle tante coppie benestanti delle villette residenziali del Queens. Nelle loro vite non sembra mancare nulla, ma in realtà da otto mesi le loro esistenze sono come sospese, congelate nell’elaborazione di un grave lutto. Da quando il loro unico figlio di quattro anni è stato investito da una macchina, i due hanno sviluppato un meccanismo opposto di rimozione: Howie tende a non voler cancellare del tutto l’evento e a questo scopo fa rivivere ogni sera la presenza del figlio tramite i filmati del proprio telefonino; Becca cerca invece volontario isolamento, dedicandosi alla cura del giardino e della cucina, oltre che all’eliminazione sistematica di tracce e ricordi. In questo limbo che sembra impossibile da superare, Howie comincia a legare con una donna conosciuta durante una seduta di terapia di gruppo, mentre Becca decide di aprirsi con il giovane adolescente che era alla guida della macchina quel giorno fatale. Basandosi sull’omonima pièce teatrale grazie a cui David Lindsay-Abaire (che firma anche la sceneggiatura del film) ha vinto il Premio Pulitzer, il regista di Hedwig e Shortbus si allontana con Rabbit Hole dalle atmosfere trasgressive dei precedenti film per tentare di affrontare il tema del lutto familiare con delicatezza e approfondimento psicologico.