di John Carpenter
John Carpenter’s Prince of Darkness, USA 1987, horror, 102'. Con Donald Pleasence, Jameson Parker, Victor Wong, Lisa Blount, Dennis Dun, Susan Blanchard, Anne Howard, Ann Yen, Ken Wright, Dirk Blocker, Jessie Lawrence Ferguson, Peter Jason, Robert Grasmere, Thom Bray, Joanna Merlin, Alice Cooper, Betty Ramey, Jessie Ferguson.
Il Signore del Male, ovvero quando John Carpenter era John Carpenter, e l’horror era (a sprazzi, e ancora per poco) l’horror. In questa ambiziosa pellicola del 1987 il regista mette in scena un vero e proprio horror religioso in cui si consuma l’infinito scontro tra Fede e Scienza. Siamo a Los Angeles dove, quando un vecchio prelato muore, un altro prete scopre, raccogliendone le confessioni in punto di morte, che egli costituiva in realtà l’ultimo adepto di una secolare setta cristiana — la Confraternita del Sonno — il cui compito era quello di custodire un gigantesco cilindro pieno di un liquido verdastro che si trova nei sotterranei di una chiesa. Il prete decide allora di rivolgersi al professor Howard Birack perché effettui delle indagini sul liquido. Questi si trasferisce pertanto nella chiesa con la sua équipe di giovani studenti (fisici, biologi e radiologi di ambo i sessi) per un week-end di studi ed esperimenti. A tener conto di quanto si legge in un antico libro trovato accanto al cilindro e parzialmente scritto in copto, tutto concerne il Maligno e la sua terribile forza, imprigionata all’interno di quel contenitore, collocato su di una specie di altare... Come spesso nel cinema di Carpenter (Distretto 13: le brigate della morte, La cosa, o anche l’ultimo The Ward), l’azione si svolge tutta all’interno di un luogo circoscritto (la chiesa, in questo caso), assediato tanto all’esterno quanto all’interno, e come sempre il regista riesce a non far pesare tale unità d’ambientazione, grazie ad inquadrature ispirate, movimenti di macchina efficaci ed una colonna sonora magistrale (al solito composta dallo stesso Carpenter insieme ad Alan Howarth), che è l’essenza stessa della suspense. Il Signore del Male è un film complesso e affascinante, tanto oscuro quanto imperfetto, con cui Carpenter mette in scena un horror potente e visionario che dietro la sua facciata da B-movie a basso costo ha il coraggio di affrontare di petto temi metafisici tutt’altro che banali. È — prima di ogni altra cosa — un film profondamente anticattolico: una chiesa è la culla del Male che una setta religiosa ha custodito per secoli nel silenzio più assoluto, facendo credere false verità; mentre il “Principe delle Tenebre” del titolo originale non è altro che Dio stesso, quello cattolicamente inteso, e Gesù Cristo un extraterrestre mandato sulla Terra per combatterlo e sconfiggerlo. Carpenter apre il film con dei titoli di testa memorabili, che alternandosi alle scene del film per minuti interminabili introducono visivamente la storia ed i personaggi, mentre la musica, minimale ed ossessiva, conferisce il giusto ritmo e tono ad un incipit colmo di presagi. Segue quindi una parte centrale che, accumulando ulteriori indizi, si affida ai dialoghi per chiarificare e al contempo spiazzare ancora di più lo spettatore, all’insegna di una confusione che — volontaria o involontaria, poco importa — contribuisce a rendere il plot ancora più misterioso, inquietante, inspiegabile, finanche incomprensibile. Fino a sfociare in un finale che, non arretrando dinnanzi alla rappresentazione di Satana e dell’Anti-dio, ha il merito non piccolo di riuscire a non scadere nel baracconesco (l’ultimo quarto d’ora è da cardiopalma). Certo, lo sviluppo narrativo è farraginoso e imperfetto, la parte centrale in particolare è meno affascinante di quanto la precede e la segue, ed alcune visualizzazioni del Male (gli insetti, i barboni-zombi) rischiano di apparire scontate. Ma le idee e le invenzioni non si contano, dal sogno premonitore collettivo “inviato” dal 1999 a ritroso, al tema dello specchio come porta d’accesso ad un’altra dimensione. E soprattutto, Il Signore del Male è un film che fa davvero paura. Un film antireligioso e pessimista: per Carpenter a salvare il mondo dal Male — che non può che essere intrecciato con il Bene e da questo irrimediabilmente inscindibile — non sarà né la Fede né tantomeno la Scienza, piuttosto la forza dell’Amore: che, popolando i nostri sogni meno rassicuranti e dormendo al nostro fianco con fattezze nemmeno così inaspettate, non ci abbandona mai...