venerdì 25 marzo 2011

Dracula di Bram Stoker

di Francis Ford Coppola

Bram Stoker’s Dracula, USA 1992, drammatico, 128'. Con Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Richard E. Grant, Cary Elwes, Bill Campbell, Sadie Frost, Tom Waits, Monica Bellucci, Michaela Bercu, Florina Kendrick.

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Locandina originale

Love never dies. Dracula il vampiro secondo Francis Ford Coppola è il principe valacco Vlad III che, dopo la caduta di Costantinopoli nel 1462, si leva a difesa del mondo cristiano di fronte alla minaccia dei musulmani invasori. Al suo rientro in patria, il sovrano scopre che l’amata moglie Elisabetta è morta suicida dopo aver ricevuto, dai turchi sconfitti, la falsa notizia della sua morte. Assetato di cieca vendetta dinnanzi alle parole del prete, che sentenzia la dannazione della donna in quanto suicida, il furente principe rinnega il Dio e la Chiesa per cui ha combattuto con così tanto fervore ed abbraccia le potenti forze delle tenebre, tramutandosi nell’immortale vampiro Dracula. Quattro secoli dopo, alla fine del XIX secolo, riconosce nella giovane Mina Murray, fidanzata dell’avvocato Jonathan Harker, la reincarnazione dell’amata moglie. Per distaccarsi dalle precedenti versioni cinematografiche — quelle di Browning e Fisher, ovviamente, ma anche i Nosferatu di Murnau ed Herzog — Coppola trasforma il romanzo dello scrittore irlandese in una rutilante e sontuosa love story. Tale aspetto romantico, totalmente assente nel libro, oltre a conferire nuovo spessore e umanità al personaggio di Stoker, diviene così il fulcro di un grande film sull’eternità e immortalità dell’amore («Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti», dice Dracula a Mina) e sull’avvizzimento fisico e spirituale che consegue alla sua negazione. L’obiettivo del regista, ammirevole ma forse fin troppo programmatico, è distruggere gli stereotipi accumulatisi in settant’anni di immaginario cinematografico: la prima versione, non ufficiale unicamente per problemi legati ai diritti legali dell’opera, è infatti il Nosferatu muto di Murnau, datato 1922. A questo scopo, tutto è studiato nei minimi dettagli per sorprendere lo spettatore, ricorrendo ad ogni sorta di trucco — fotografico e non computerizzato — che il cinema ricordi dai tempi della sua nascita: non è un caso se Dracula ritrova il suo amore perduto in una sala cinematografica. Dracula di Bram Stoker è molto diseguale, procede per accumulo di scene memorabili ma pecca a tratti di una convenzionalità che è in paradossale contraddizione con le proprie intenzioni. È un film visionario e fiammeggiante, autoironico e decisamente geniale (a partire dai costumi della giapponese Eiko Ishioka, premio Oscar insieme al montaggio sonoro e al trucco), unico ed innovativo (nel bene e nel male: numerose reinterpretazioni moderne di classici nascono da qui), ma anche irrisolto e a tratti un po’ esangue (!), nonché pesantemente (ingenuamente verrebbe da dire) sessuofobo. Così come il mix dei generi più disparati (horror, mélo, erotico, comico) risulta alla fine molto più affascinante che davvero ben amalgamato: «È un film senza stile perché ne insegue troppi» (Morando Morandini). Nonostante i pregi superino di gran lunga i limiti, e l’intuizione di una storia d’amore senza tempo e letteralmente dissanguante sia semplicemente geniale, bisogna dire che un po’ di amaro in bocca resta per una pellicola che avrebbe potuto essere un vero capolavoro e non “solo” un grande film. In ogni caso, da vedere e rivedere. Cast in stato di grazia, con in testa un Gary Oldman che è molto più di un semplice “cattivo”, e un insieme di collaboratori di prim’ordine tra i quali è doveroso ricordare almeno la fotografia del grande Michael Ballhaus e la colonna sonora del polacco Wojciech Kilar, che definire grandiosa è un eufemismo.

Dracula di Bram Stoker