venerdì 10 settembre 2010

Le verità nascoste

di Robert Zemeckis

What Lies Beneath, USA 2000, thriller, 130'. Con Michelle Pfeiffer, Harrison Ford, Diana Scarwid, Joe Morton, James Remar, Miranda Otto, Amber Valletta, Katharine Towne.

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Locandina italiana

Claire e Norman (un nome che è tutto un programma, in un thriller…) sono felicemente sposati ed abitano in una villa sul lago, eredità del padre di lui, che hanno da poco finito di rimodernare. Ad un certo punto, Claire inizia ad avvertire strane presenze in casa: porte che si aprono da sole o che non si chiudono bene, fotografie che cadono senza che nessuno le tocchi, vasche che si riempiono fino all’orlo, di loro iniziativa, di acqua calda fumante. Claire inizia quindi a sospettare che il loro vicino di casa abbia ucciso la moglie, che un giorno lei ha visto piangere in giardino: ma questo è in realtà solo l’inizio. Zemeckis è un regista che ha spaziato nei generi più diversi, dalla fantascienza all’avventura, dalla commedia all’animazione. Qui si cimenta per la prima — e ad oggi, unica — volta con il thriller, prendendo dichiaratamente come modello il cinema di Hitchcock, più Psyco che non La finestra sul cortile, non tanto per la trama quanto per la deliberata volontà di spaventare lo spettatore: anche se le citazioni del maestro del brivido, in ogni caso, si sprecano. Nella prima parte il regista mescola continuamente le carte, seminando indizi, tracce, sospetti, alcuni dei quali vengono mano a mano confutati, fino ad arrivare alla conclusione, che include entrambe le piste principali: il che, per qualcuno, potrebbe essere anche un po’ troppo. Il film, ben interpretato soprattutto da una impaurita Michelle Pfeiffer, è abbastanza diseguale sotto il profilo della suspense, ma presenta almeno una sequenza da cardiopalma, quella della vasca da bagno. Il momento in cui lui, sanguinante, protende le mani verso di lei per strangolarla, e lei non muove (perché non può muovere) un solo muscolo, dopodiché lui casca a terra, è forse il passaggio più bello del film; e sarebbe quasi da eleggere a modello psicologico in base al quale (non) reagire a chi ci vuole del male. Insomma, Le verità nascoste non manca di momenti belli ed affascinanti (il flashback “in diretta” di Claire dal punto di vista del fantasma è un altro di questi), ma nemmeno di cali di tensione e di prevedibili inverosimiglianze tipiche del genere.  E spaventa di più quando suggerisce una presenza sovrannaturale che non quando — complice anche la colonna sonora di Alan Silvestri, che nel finale herrmanneggia vergognosamente — mira dritto a far saltare lo spettatore sulla poltrona.

Le verità nascoste