di Anand Tucker
Leap Year , USA / Irlanda 2010, commedia, 100'. Con Amy Adams, Matthew Goode, Adam Scott, John Lithgow.
Secondo un’antica tradizione irlandese, il 29 febbraio è l’unico giorno in cui sia permesso a una donna fare la proposta di matrimonio, rompendo la convenzione per cui dev’essere per forza l’uomo a chiedere la mano. Dopo aver ricevuto in dono dal suo fidanzato Jeremy, un cardiologo, un paio di orecchini al posto del tanto atteso anello, Anna decide quindi di recarsi a Dublino per seguire la leggenda irlandese e quindi chiedere la mano di sua iniziativa. Ma per una serie di sfortunatissime coincidenze non riesce a raggiungere la destinazione, ed è costretta così ad accettare l’aiuto del burbero cuoco Declan. Il prosieguo è quanto di più prevedibile si possa immaginare, e potete intuire senza sforzarvi troppo che cosa scoccherà tra i due. La commediola sentimentale in questione, infatti, segue tutti gli stereotipi del genere: le schermaglie “affettuose” tra lei (oca ma candida) e lui (burbero ma affascinante); le difficoltà più inverosimili che i due devono affrontare per arrivare a Dublino; il lieto fine d’obbligo. Diciamo che esistono degli “schemi” cinematografici che si possono anche accettare ben volentieri, se il film è dichiaratamente senza pretese e quindi concepito esclusivamente per trascorrere piacevolmente poco più di un’oretta e mezza. Una proposta per dire sì è appunto quel tipo di film: non propone alcunché di originale o profondo (nonostante il vano tentativo degli sceneggiatori di conferire un qualche spessore ai character verso il finale), ma almeno non annoia ed è interpretato, diretto e fotografato discretamente bene. Il che, coi tempi che corrono, non è affatto scontato. E poi ci sono i bei panorami irlandesi, qualche passaggio e siparietto un po’ sopra la media (la visita al castello che fa perdere l’unico treno, la signora bigotta che ospita solo le coppie sposate), e — perché no — il bel lieto fine, che ogni tanto è rassicurante vedere almeno al cinema.